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Da semplice laico, di professione giurista, l'autore di questo saggio individua nel magistero di papa Francesco, e in particolare nell'esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, l'ingiustificato abbandono dei principi del diritto naturale e pertanto l'adozione di categorie filosofiche antimetafisiche che rendono impossibile un discorso sul matrimonio e la famiglia che sia rispettoso dell'ordine morale e consenta la promozione dell'ordine giuridico nella società. Per questi motivi di natura filosofico-giuridica l'autore si sente in sostanziale accordo con gli argomenti addotti dai firmatari della nota "Correctio filialis de haeresibus propagatis", pur non entrando giustamente nella discussione sull'ortodossia delle dottrine teologiche proposte da papa Bergoglio o da lui in qualche modo favorite. Il saggio è preceduto da un'ampia Introduzione epistemologica di Antonio Livi ed è completato da due documenti: il testo latino-italiano della "Correctio" e la dichiarazione di uno dei firmatari a testimonianza delle vere intenzioni che hanno indotto tanti studiosi cattolici di ogni parte del mondo a chiedere al Papa un autorevole chiarimento sulla conformità dei suoi insegnamenti con i principi dogmatici e morali che la Chiesa ha già definitivamente stabilito.